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Come trattare o prevenire la candidosi vulvovaginale

Se ti capita di vivere un periodo di diffuso fastidio intimo, con spiacevoli perdite, prurito, dolori e fastidio durante i rapporti sessuali, potrebbe trattarsi di candidosi.

Cos’è la candidosi, e come la riconosco?

La candidosi vulvovaginale è il tipo più frequente di infezione da lievito genitale, tanto che circa il 75% delle donne ne sperimenta un episodio almeno una volta nella vita, talvolta con recidività. La candidosi – detta anche VVC – altro non è che un’infezione generata da diverse tipologie di microrganismi fungini, tra i quali il più diffuso è la Candida albicans. I sintomi più comuni possono essere, come anticipato, irritazione intima, abbondanti secrezioni biancastre, prurito genitale e dolore durante i rapporti sessuali.

Perché si presenta la candidosi

Questa patologia viene definita “sindrome multifattoriale” proprio perché esistono diversi fattori che possono contribuire all’insorgenza dell’infezione. Diversi studi hanno evidenziato una maggiore incidenza in pazienti con diabete, o in coloro che seguono una terapia antibiotica ad ampio spettro contro le infezioni batteriche, o ancora per chi assume contraccettivi orali; è altresì molto comune nelle donne in gravidanza, spesso a cavallo dell’ultimo trimestre di gestazione: la variazione di progesterone, estradiolo e glicogeno, associata all’aumento del pH vaginale, favorisce la proliferazione da lieviti genitali.

Come si cura la candidosi vaginale?

In base al caso specifico della persona ci sono diversi rimedi da poter applicare. È stato dimostrato come sia possibile trattare efficacemente la VVC associando alla eventuale terapia farmacologica opportunamente prescritta dal ginecologo anche dei cambiamenti all’interno dello stile di vita, andando a modificare le proprie abitudini alimentari. Chi quali succhi di frutta, miele, sciroppi dolci, prodotti lattiero-caseari grassi, alcol ed alimenti contenenti zuccheri raffinati o saccarosio possono stimolare la crescita e la colonizzazione dei microrganismi fungini che favoriscono l’infezione, e dunque andrebbero evitati. Pertanto è fondamentale, durante il trattamento per la candidosi, seguire una dieta sana, composta principalmente da verdure e fonti di proteine come pesce, carne, legumi, cereali integrali e yogurt magri. Inoltre, sembrerebbe che nei casi di candidosi cronica siano stati spesso riscontrati deficit di alcuni nutrienti essenziali quali zinco, magnesio, selenio, acidi grassi necessari acido eolico e le vitamine B6 e A – parametri che sarebbe bene quindi tenere sempre sotto controllo.

Come prevenire la candidosi?

Un’alimentazione bilanciata a basso carico glicemico, basso contenuto di grassi, ricca in frutta e verdura e il consumo di probiotici possono influenzare la composizione del microbiota intestinale e migliorare l’integrità intestinale, mantenendo il normale microbiota vaginale, prevenendo l’infiammazione.

Dott.ssa Martina Chiurazzi

La dottoressa Martina Chiurazzi consegue la laurea in Biologia, Curriculum nutrizionale, con lode nel 2014. In seguito prende parte alla scuola di specializzazione in “Scienza dell’alimentazione” presso l’università di Studi di Napoli Federico II. Percorso formativo accompagnato dall’esperienza all’estero alla Yale University, durante la quale si interessa di approfondire i meccanismi del SNC. Autrice di 18 articoli internazionali, attualmente è impegnata come ricercatrice presso l’AORN Antonio Cardarelli. Per saperne di più, consulta la scheda dedicata.

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Dottoressa Martina Chiurazzi

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La sindrome del dolore pelvico cronico

La sindrome del dolore pelvico cronico è una patologia di cui è difficile stabilire un’origine ben precisa e che può rendere davvero complicata la vita di chi ne è portatrice.

Ma cos’è precisamente questa sindrome, come la riconosco?

La sindrome del dolore pelvico cronico solitamente la si individua quando si avvertono dolori persistenti nell’area delle pelvi per almeno 6 mesi. Questo dolore, che solitamente è di natura irradiante – arrivando quindi a coinvolgere zone diffuse del nostro corpo – può manifestarsi nella zona lombare, inguinale, genitale o alla radice delle cosce; altri sintomi che possono essere ricondotti a questa patologia sono la frequenza e la difficoltà a menzionare, una postura scorretta, l’endometriosi, l’intestino irritabile o l’ipertono muscolare.

In genere colpisce una donna su sei in età riproduttiva, con limitazione nelle attività di vita quotidiana. Tra le cause si annoverano alterazioni posturali, abitudine a contrarre la muscolatura pelvica, stress, cadute sul coccige ed attività sportiva eccessiva.

Ho un forte dolore nella zona lombare, ma non ho nessuna patologia spinale: può trattarsi di sindrome del dolore pelvico cronico?

Certamente, questa patologia può manifestarsi anche attraverso dolori neuromuscolari e muscoloscheletrici: diversi studi dimostrano infatti una connessione tra il dolore pelvico cronico e quello lombare, dati da un’asimmetria pelvica che può verificarsi attraverso un’inclinazione laterale del bacino o tramite una rotazione dello stesso, di tipo iliaca antero/posteriore o di tipo assiale. In questo caso, i tessuti muscolari vengono sollecitati da questa asimmetria oltre il normale livello di stress meccanico e si verificano dei disequilibri, che si traducono in dolore – solitamente nella zona lombare appunto, come anche in quella pelvica o ad altezza dell’anca.

La diagnosi è basata sui sintomi e sulla palpazione della muscolatura pelvica per via vaginale o rettale, con dolorabilità alla digitopressione. A questi punti doloranti si associa dolore irradiato alle zone coniuge (Trigger Point).

Per confermare la diagnosi di un’asimmetria pelvica sarebbe opportuna una valutazione postulare accompagnata da un supporto diagnostico come la radiografia.

Dolore pelvico cronico: come alleviare i sintomi

Per alleviare gli effetti di questa sindrome è fondamentale affidarsi ad un programma riabilitativo a tutto tondo che coinvolga la zona interessata dal problema: modificare lo stile di vita (abitudini alimentari, minzionali, abbigliamento), riabilitazione del piano perinatale, terapia manuale, migliorare il rinforzo degli addominali obliqui esterni ed interni e del traverso dell’addome, svolgere del lavoro postulare per la colonna lombare e per il bacino ed attuare una correzione meccanica respiratoria. Se si svolge un lavoro mirato e consapevole, associato ad un’assunzione di integratori naturali utili per ridurre il dolore e le irritazioni si potranno ottenere notevoli benefici ed ottimi risultati.

In particolare consigliamo, per le cistiti l’integratore Mannodef e l’integratore Floradef per le infezioni vulvovaginali).

A chi posso rivolgermi per svolgere un programma di riabilitazione ed imparare ad eseguire l’autotrattamento domiciliare?

È sempre bene rivolgersi ad esperti del settore che sappiano come trattare questi casi per trovare effettivo sollievo ed un miglioramento della propria saluta e, di conseguenza, della propria qualità di vita.

pudendo; si allevierà il dolore grazie alla distensione manuale dei muscoli contratti contratti e insieme ad esercizi specifici da effettuare sia con l’aiuto dell’esperto che a domicilio. La durata delle sedute varia a seconda della fase infiammatoria ed alla reazione alle terapie: all’inizio saranno più ravvicinate, fino a distanziarsi, per poi prediligere terapie domiciliari ed autotrattamento.

Dott.ssa Claudia Mugnai

La dottoressa Claudia Mugnai è laureata con lode in posturologia clinica all’università di Napoli Federico II, con perfezionamento in fisioterapia ripartiva e rigenerativa. Specializzata in drenaggio linfatico manuale, riabilitazione del pavimento pelvico, fisioterapia dermatofunzionale e disinfezioni temporomandibolari.

Offre servizi di riabilitazione, posturologia e terapia strumentale. Per saperne di più consulta la scheda dedicata.

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Dottoressa Claudia Mugnai

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Atrofia e secchezza vaginale: quando si verifica e come contrastarla

La vita media della donna aumenta sempre di più e quasi metà della sua vita la  trascorre in menopausa, una condizione inevitabile a cui non si deve adattare ma che deve gestire nella maniera più adeguata per garantire il suo benessere intimo e di donna in generale. 

La riduzione degli estrogeni che si verifica in menopausa ha come primo segno l’irregolarità e poi la scomparsa delle mestruazioni, ma gli ormoni sessuali influenzano quasi tutti i tessuti dell’organismo ed in particolare la mucosa vaginale e vulvare.

Oltre alla scomparsa delle mestruazioni cosa provoca la menopausa?

Gli ormoni sessuali, in particolare gli estrogeni, stimolano la crescita della mucosa che ricopre la vagina internamente ed esternamente la vulva, in modo tale da garantire un adeguato spessore della mucosa e da favorire il mantenimento di un microambiente vaginale  che consente la presenza di una flora, essenzialmente costituita da Lattobacilli, che garantisce la lubrificazione, fondamentale durante i rapporti sessuali, e la presenza di una adeguata barriera di difesa che impedisce l’ingresso in vagina e vescica di germi patogeni che spesso provengono dall’intestino, come ad esempio l’escherichia coli.

Pertanto il deficit di estrogeni induce un assottigliamento della mucosa vaginale,  che sviluppa una vera e propia condizione di “atrofia” del rivestimento della vagina e della vulva. 

Cos’è l’atrofia vulvo-vaginale e quando si verifica

Questa condizione di atrofia crea innumerevoli problemi, sviluppando una ipersensibilità ed una secchezza vaginale che ha come effetto il dolore ed il bruciore durante i rapporti sessuali, sintomi che spesso persistono in condizione di riposo anche senza stimolazioni, ad esempio stando anche solo sedute ed avvertendo una sensazione spesso definita di “tagli all’interno della vagina o di carta vetrata”. Tutto questo rende particolarmente invalidante la vita di coppia ed il benessere intimo della donna. Tale condizione di fastidio spesso può essere aumentata dall’insorgenza di infezioni vaginali acute o croniche associate  anche a cistiti recidivanti. Infatti si parla di Sindrome genito -urinaria, condizione che affligge la donna in menopausa, quando sono presenti atrofia vulvo vaginale, dolore durante i rapporti, infezioni vaginali e cistiti. Tutte queste alterazioni dipendono dal deficit degli estrogeni che induce un assottigliamento progressivo e permanente della mucosa vaginale e vulvare.

Come risolvere i fastidi dell’atrofia vulvo-vaginale

Questi sintomi che si sviluppano e stabilizzano nel medio termine, ossia in un periodo che va da 1 a 3 anni dall’inizio della menopausa, devono essere gestiti prontamente nella maniera più sicura, senza effetti collaterali che possono produrre rischi per la salute  della donna. La migliore e più sicura gestione terapeutica è data  dalle terapie naturali, che sono innocue, ossia privi di effetti collaterali, ed efficaci soprattutto quando i componenti estratti dalle piante medicinali o da estratti naturali sono adeguati nella concentrazione e nella formulazione. Inoltre l’acido ialuronico risulta essere la sostanza di eccellenza per la risoluzione dei sintomi correlati alla atrofia vulvo-vaginale. 

Perché l’acido ialuronico è efficace nella cura dell’atrofia

 L’acido ialuronico è una molecola di origine naturale presente nel nostro organismo ed ha la capacità di legare l’acqua e regolare l’equilibrio di umidità della pelle e delle mucose del nostro organismo. Inoltre ha una azione rigenerante per i tessuti e reidratante, avendo la capacità di richiamare l’acqua. Queste caratteristiche rigeneranti, reidratanti e lenitive delle mucose vaginali e vulvari, sono fondamentali per annullare gli effetti della menopausa sulle mucose vaginali e vulvari!

Se a questo componente aggiungiamo la bava di lumaca (aspersina), metodo millenario per il benessere della pelle e delle mucose, avremo un immediato miglioramento della secchezza vaginale, con idratazione della mucosa, che consente di poter vivere i rapporti sessuali con piacere e non dolore.

Cosi come quotidianamente applichiamo sul viso creme antiaging o reidratanti, sarà ugualmente necessario l’utilizzo quotidiano di ungeunti vaginali specifici per migliorare la condizione di atrofia vulvo-vaginale. Se a questo aggiungiamo quotidianamente una efficace e regolare igiene intima, con prodotti rispettosi del PH acido vaginale e con estratti naturali che vanno a disinfettare delicatamente le mucose, possiamo garantire un benessere intimo soddisfacente, pur vivendo una condizione inevitabile di menopausa.

Applicazione del protocollo BIND per risolvere secchezza ed atrofia vulvo vaginale

Il protocollo volto ad eliminare l’atrofia vulvo-vaginale, da noi suggerito, è composto da due prodotti Fitoterapici:

Detergyn – Detergente intimo

Per l’igiene intima quotidiana della donna a:

  • PH stabile, debolmente acido (PH 5.5) rispetta l’acidità e le caratteristiche fisiologiche dell’ambiente vaginale;
  • Delicata azione antisettica, lenitiva ed antinfiammatoria;
  • Sinergia dei principi attivi estratti da piante come la Calendula, il Tiglio, l’Aloe e la Propoli.

Da diluire in acqua tendenzialmente calda nel bidet, detergere le mucose vaginali della superficie interna delle piccole labbra e del vestibolo. Introdurre il detergente diluito anche in vagina, alzarsi, far scorrere esternamente e tamponare delicatamente.

Ialulift – Siero Topico

1 Applicazione endovaginale e vulvare mattina e sera

INDICAZIONE: secchezza vaginale, bruciore e prurito nella donna in pre e post menopausa.

  • ACIDO IALURONICO a basso peso molecolare, idratante e nutriente sulla mucosa vulvo-vaginale;
  • ASPERSINA, ossia la bava di lumaca, rimedio millenario per lubrificare e rigenerare la mucosa;
  • ALOE azione antinfiammatoria naturale della pianta.
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La linea Phitobind

LINEA UROGINECOLOGICA FITOTERAPICA PHITOBIND

BIOFOODS SPECIFICI: ILPERCHE’DIUNASCELTA

La linea fitoterapica uroginecologica PHITOBIND è prodotta dai laboratori San Rocco Fitoterapici, leder nel settore per la estrazione di principi attivi dalle piante medicinali, avendo brevettato un solvente specifcio (GLICERIL 40) ed un metodo estrattivo che consentono di ottenere al termine del processo di estrazione una soluzione contenete la quasi totalità del Principio Attivo presente nella pianta medicinale.

Il procedimento estrattivo consente la produzione di fitocomplessi che sono Innocui, ossia totalmente privi di effetti collaterali e di interazioni con l’assunzione di altri farmaci,  con una elevata Biodisponibilità, massimo assorbimento da parte dell’organismo, ed Efficienza, per l’elevata concentrazione di Principio Attivo disponibile. 

  Una ulteriore caratteristica di specificità ed unicità è dovuta alla nuova concezione formulativa, non più basata su un singolo principio attivo, ma sull’associazione di più principi attivi , che esalta nello specifico le propietà dei diversi componenti; pertanto una sinergia operativa tra i diversi estratti medicinali che rende la composizione un unico strumento indirizzato alla remissione dell’alterazione biologica presente nell’organismo e quindi del sintomo.

Le innovative e brevettate modalità di estrazione del Principio attivo dalle selezionate Piante Medicinali e la sinergia di azione dei diversi componenti, sapientemente mescolati tra di loro, hanno portato alla creazione di questa linea fitoterapica uroginecologica, per la cura definitiva di infezioni vaginali croniche, cistiti croniche, infiammazioni croniche della vulva, dell’uretra e del vestibolo,vulvodinia ed  inoltre per tutti i sintomi locali della menopausa (bruciore, secchezza vaginale, prurito, dolore vulvare e vaginale).

Il detergente intimo DETERGYN, a PH stabile, debolmente acido (PH 5.5) rispetta l’acidità e le caratteristiche fisiologiche dell’ambiente vaginale, con una delicata azione antisettica, lenitiva ed antifiammatoria, ripara le mucose vaginali e vestibolari, mantenendo il PH fisiologico dell’ambiente vaginale. Indicato per l’igiene intima quotidiana dalla bambina alla donna in post menopausa. Anche il detergente è il tipico esempio di sinergia dei principi attivi estratti da painte come la Calendula, il Tiglio, l’Aloe e la Propoli. La sinergia di prodotti naturali che garantisce il benessere intimo della donna durante l’igiene intima. Da dilire in acqua tendenzialmente calda nel bidet.

Siero topico FLORACIST ad azione antibatterica naturale, decongestionaante ed antifiammatoria per le mucose vaginali e vulvari, indicato per la prevenzione e cura delle infezioni vaginali, cistiti, uretriti e vestiboliti. Anche qui l’azione sinergica dei prodotti naturali estratti dalla Trigonella, Propoli e Rosa Canina garantisce una azione antisettica e riepitelizzante le mucose vaginali, inoltre l’Aspersina (bava di lumaca) conferisce quella azione umettante che conferisce particolare delicatezza e tolleranza per mucose cronicamente infiammate, sia all’interno della vagina che nella parte esterna che ricopre vulva, vestibolo ed uretra. Particolarmente efficace nel caso di bruciore e prurito  vulvare e vaginale, dolore durante i rapporti, tutti segni tipici della vulvodinia.

FLORADEF CAPSULE ad azione sistemica , si assumono per OS (somministrazione orale per bocca) indicato per le INFEZIONI VAGINALI croniche e ricorrenti da Candida, protozoi, micoplasma e vaginosi batteriche. La sinergia dell’Uva Ursina, azione antibatterica naturale, dell’Uncaria e della Propoli,  azione disinfettante, e dell’Echinacea, azione immunostimolante, rende particolarmente indicato questo complesso fitoterapico per la definitiva cura e prevenzione delle forme croniche di infezioni vaginali.

MANNODEF CAPSULE ad azione sistemica , si assumono per OS (somministrazione orale per bocca) indicato per le CISTITI croniche e ricorrenti. La sinergia dell’Uva Ursina, azione antibatterica naturale, dell’Uncaria e del Ribes nero,  azione antiinfiammatoria-batteriostatica, va ad esaltare l’azione antiadesiva batterica propia del MANNOSIO, efficace in particolare contro l’escherichia Coli, principale responsabile delle cistiti.

IALUFIT SIERO TOPICO indicato per la secchezza vaginale, bruciore e prurito nella donna in pre e postmenopausa. Il principale costituente è l’acido ialuronico, un idrolizzato proteico a basso peso molecolare, che ha una spiccata azione idratante e nutriente sulla mucosa vaginale  e vulvare, che viene ad essere esaltata dall’Aspersina , ossia la bava di lumaca, rimedio millenario per lubrificare e rigenerare le mucose. L’azione ha un effetto ancora mi curativo contro i fastidiosi sintomi correlati alla atrofia vulvo-vaginale e secchezza, in quanto è presente anche l’azione antiffiammatoria della pianta dell’Aloe.

VULVOPYR SIERO TOPICO indicato per tutte le donne che hanno una ipersensibilità periferica vulvare e vaginale con dolore, bruciore e prurito, tipica della vulvodinia. La sinergia di azione dei suoi componenti garantisce una azione antifiammatoria ed analgesica sulle mucose e sulle terminazioni nervose infiammate, cosi da avere un effetto “cortison-like” , antisettico e riepitelizzante sulle mucose “ipersensibilizzate” della vagina e soprattutto della vulva.

PHITOBIND VITAE capsule, integratore alimentare a base di oligoelementi, vitamina ed estratti vegetali. Indicato in gravidanza, astenia post-operatoria

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Quali sono le infezioni vaginali più comuni e quali sintomi provocano?

Le infezioni vaginali possono provocare fastidio, secrezioni e cattivo odore dalla vagina; tuttavia, tali sintomi non indicano necessariamente la presenza di un’infezione ma, al contrario, possono essere conseguenza di altre condizioni da cui è affetta la vagina stessa. Ad esempio, agenti chimici o altre sostanze (come prodotti per l’igiene, schiume da bagno, detersivi, schiume e gel contraccettivi, biancheria sintetica) possono irritare la vagina provocando secrezioni e fastidio. L’infiammazione e lo squilibrio della flora vaginale formata in gran parte da Lattobacilli, che ne risulta è detta vaginite (infiammatoria) non infettiva.Ci sono due principali tipi di infezioni vaginali, che vengono distinte in funginee e batteriche.Le infezioni funginee, ossia a opera di funghi, sono provocate dalla Candida(Albicans o non albicans) e possono causare prurito, bruciore e perdite bianche granulari simil ricottose tenacemente adese alle pareti vaginali, che vanno ad alterare la flora vaginale residente, procurando anche secchezza vaginale e dolore durante i rapporti. Le infezioni di tipo batterico sono sostenute da vari tipi di germi (Gardnerella, Escherichia coli ecc.) e sono accompagnate soprattutto da bruciore e da perdite giallognolo-verdastre, che possono esser più o meno maleodoranti. Esistono anche infezioni causate da protozoi (come il Trichomonas) o virus (come l’Herpes), che però sono più rare delle precedenti. UNA ACCURATA VISITA GINECOLOGICA PUO’ DIAGNOSTICARE IL TIPO DI INFEZIONE ED IL SOSPETTO CLINICO PUO’ ESSERE CONFERMATO DAL TAMPONE VAGINALE

Quali sono le principali cause di infezione vaginale?

Innanzitutto occorre distinguere tra episodio singolo acuto, che può capitare a qualunque donna almeno una volta nella vita, e tendenza ad avere infezioni vaginali. L’episodio singolo di Candida può verificarsi in seguito a una terapia antibiotica (per esempio per un mal di denti o una bronchite), che squilibra la flora vaginale e determina la proliferazione della candida generando una candidosi acuta. Per le infezioni scatenate da altri germi in genere può verificarsi un’infezione determinata da un contatto esterno di tipo ambientale (per esempio per via sessuale o con indumenti contaminati). Alla base, comunque c’è quasi sempre un’alterazione dell’ecosistema vaginale. Quando le infezioni diventano frequenti (più di 3 all’anno) e tendono ad essere intervallate da periodi di benessere sempre più brevi si parla di episodi ricorrenti: in questi casi è fondamentale un inquadramento attento con terapie mirate anche per periodi più lunghi. Infine, un’infezione vaginale può nascere da situazioni di stress oppure con il sopraggiungere della menopausa. Quest’ultima condizione, infatti, determina uno squilibrio della flora vaginale, e quindi rende più vulnerabili.

Quali norme sarebbe opportuno seguire per prevenire il disturbo?

Seguire sempre una corretta igiene intima CON ACQUA CALDA E UN DETERGENTE DELICATO, in particolare in quei casi in cui ci siano delle condizioni che possono abbassare le difese naturali: terapie antibiotiche, menopausa o l’aver avuto altre infezioni in precedenza. In caso di infezione vaginale consiglio sempre di avviare una terapia che deve essere prescritta dal ginecologo, e di evitare il fai da te, perché la guarigione può essere solo parziale e non debellare il germe che ha causato l’infezione. È fondamentale agire sulle difese naturali, assumendo dei fermenti lattici, finalizzati a riequilibrare l’ecosistema vaginale ed in molti casi anche quello intestinale per prevenire le cistiti, molto spesso associate.

PERTANTO E’ FONDAMENTALE DEBELLARE L’AGENTE PATOGENO E RIEQUILIBRARE L’ECOSISTEMA VAGINALE CON TERAPIE FITOTERAPICHE PER ALMENO 2 MESI  PER INTENSIFICARE LE DIFESE IMMUNITARIE E STABILIZZARE LA FLORA VAGINALE.

QUESTA CONDOTTA RENDE PIU’ DIFFICILE L’ATTECCHIMENTO DI AGENTI VIRALI COME L’HPV PAPILLOMAVIRUS, RESPONSABILE DEL TUMORE DEL COLLO DELL’UTERO.

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Secchezza vaginale: come riconoscerla e curarla

Con il passare degli anni, il corpo femminile subisce una serie di modificazioni che danno origine a livello vaginale ad una serie di disturbi associati alla riduzione degli estrogeni e degli altri ormoni sessuali. La secchezza vaginale si verifica con la pre-menopausa e la menopausa; si possono manifestare anche dei cambiamenti anatomici come modificazioni delle piccole e grandi labbra, del clitoride, del vestibolo, della vagina, dell’uretra o della vescica. Questi cambiamenti possono essere associati a una serie di disturbi sia genitali sia sessuali che urinari, molto fastidiosi per la donna. L‘AOGOI (Associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani) ha stimato che in Italia una donna su tre soffre di secchezza vaginale, e questo problema non riguarda solo le donne in menopausa, ma anche le donne più giovani: ne soffrono infatti nel 30% dei casi le donne di età compresa tra i 20 e i 39 anni, nel 40% dei casi le donne di età compresa tra i 40 e i 49 anni.

Quali sono le cause  della secchezza vaginale?

La secchezza vaginale dipende dalla diminuzione degli ormoni sessuali, in particolare degli estrogeni. Questi, infatti, hanno il compito di mantenere un adeguato spessore e una buona elasticità del tessuto vaginale. Durante la pre-menopausa e ancor di più nella menopausa il calo progressivo degli estrogeni determina un assottigliamento della mucosa vaginale,  diventando più sensibile, e un cambiamento del ph vaginale con un maggior rischio di sviluppare infezioni.

Che disturbi provoca?

  • Disturbi urinari:  maggiore frequenza e urgenza ad urinare, infezioni ricorrenti alle vie urinarie
  • Disturbi sessuali: come fastidio o dolore in occasione dei rapporti sessuali (dispareunia) e mancanza di lubrificazione vaginale
  • Disturbi genitali: come secchezza, prurito, bruciore, piccole perdite ematiche dovute a micro-abrasioni della mucosa vaginale

Come possiamo intervenire?

In un rapporto di fiducia e in un clima di dialogo tra il ginecologo e la donna sarà possibile esaminare e valutare tutte le possibilità che la medicina è in grado di offrire per trovare la soluzione migliore e più adatta ad ogni singolo caso. E’ importante spiegare alla donna che esiste una soluzione e che la secchezza vaginale è una conseguenza della menopausa e del cambiamento ormonale ed è importante identificare precocemente la presenza di questa condizione per intraprendere il percorso più appropriato.

Le opzioni terapeutiche sono diverse, in particolare si possono riassumere:

  • Trattamenti non ormonali a base di acido ialuronico ed altre molecole non ormonali (SERM) sono utilizzati per attenuare la secchezza vaginale ed aumentare lo spessore dell’epitelio vaginale, responsabile della sintomatologia.
  • Terapia Ormonale Sistemica (TOS): l’assunzione degli estrogeni per via sistemica è indicata in casi selezionati
  • Terapia ormonale locale può essere somministrata sottoforma di compresse vaginali, ovuli, creme, gel o anello vaginale e normalmente sono necessari bassi dosaggi per trattare i sintomi vaginali utilizzando diversi tipi di estrogeni che forniscono un adeguato effetto a livello vaginale
  • Terapia Laser/ Radiofrequenza/Elettroporazione (laser CO2 frazionato, laser a diodo): l’azione del laser stimola la rigenerazione dei tessuti vaginali con un meccanismo “foto-eutrofizzante”: i fibroblasti vengono indotti ad una maggior produzione di fibre collagene ed elastiche e di matrice extracellulare. Ciò porta ad un effetto di rimodellamento e di restringimento elasticizzante della vagina.
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Curare cistite e vulvodinia con terapie naturali ed integratori fitoterapici

Riequilibrare l’ecosistema vaginale (i lattobacili presenti in vagina) è fondamentale per curare in maniera definitiva le forme di cistiti ricorrenti e le fastidiose infezioni vaginali croniche che spesso possono degenerare in vulvodinia (bruciore persistente vaginale, prurito dolore durante i rapporti, infiammazione cronica della mucosa vaginale ed ipersensibilità anche al solo sfregamento). Molto spesso gli squlibri cronici della flora vaginale sono determinanti da un abuso di antibiotici peggio ancora quando non indicati ed assunti arbitrariamente o prescritti da medici che sono ancora convinti che l’assunzione di questi, a lungo periodo, possono essere curativi.

Perché la terapia antibiotica non è indicata nelle cistiti o nelle infezioni croniche da vulvodinia

Qualora ci sia una comprovata presenza di batteri patogeni, come l’Escherichia coli in quantità superiore ad 1 milione, la terapia antibiotica basata su un’urinocultura o su un tampone vaginale, meglio ancora in PCR, è indicata dalle linee guide di accreditate società scientifica. Ma deve essere effettuata per periodi di tempo limitati (short therapy) ed assolutamente associata ad integratori e prodotti fitoterapici per almeno 2 mesi di assunzione

Perché devo utilizzare prodotti naturali o fitoterapici?

In vagina sono presenti una molteplicità di microrganismi che formano il microbiota vaginale Tra i vari ceppi, i più abbondanti sono costituiti da vari Lactobacillus che concorrono alla produzione dell’acido lattico e favoriscono la salute dell’epitelio vaginale mantenendo il pH a livelli fisiologici (circa 4-4,5), garantendo cosi lubrificazione vaginale ed una sorta di barriera che impedisce l’ingresso di ceppi patogeni all’interno della vagina e per vicinanza anatomica anche all’interno della vescica (l’uretra, il tubicino che espelle l’urina) decorre nello spessore della parete vaginale anteriore).

Gli antibiotici tendono a distruggere in maniera indiscriminata il microbiota vaginale coma anche quello intestinale, favorendo così la proliferazione di batteri, protozoi o candida che si andranno ad eradicare in maniera stabile nella vagina e nella vescica. Molti prodotti fitoterapici, come ad esempio l’uva ursina , che ha una azione antibatterica ed antisettica comprovata da numerosi studi scientifici, la cui azione è efficace nelle cistiti , nelle vaginosi batteriche e nelle uretriti, etc. Se all’uva urisina associamo i mannosio, che legandosi alle fimbrie dei batteri li neutralizza. L’echinacia , come immunostimolante, intensifica le difese immunitarie dell’organismo, fornendo un aiuto essenziale al nostro organismo. Anzione antifiammatoria e di ripristiono delle mucose è data anche dalla PROPOLI

Perché anche nella cura delle cistiti devo riequilibrare la flora vaginale?

Il riequilibrio dell’ecosistema vaginale è una condizione assolutamente necessaria per poter avere degli effetti di cura duraturi nel tempo sia per le cistiti sia per le forma croniche di vaginosi o vulvodinia. L’ecosistema vaginale, oltre ad avere una azione di lubrificazione e di benessere intimo crea una fisiologica barriera che impedisce l’ingresso di germi patogeni provenienti dall’esterno. Inoltre riduce i traumatismi fisiologici che si verficano duarnte i rapporti, prevenendo uretriti (infiammazione del tubicino che porta l’urina fuori) e cistiti post coitali, oltre che rendere più favorevoli e non dolorosi i rapporti, in modo da evitare la contrattura dei muscoli pelvici e l’ipersensibilità periferica (continua sensazione di dolore, bruciore, etc) che può sfociare in vulvodinia.

La cura definitiva per la cistite e vulvodinia

Dunque è fondamentale dare delle giuste indicazioni sulla igiene intima, sulla biancheria da indossare ed anche su alcuni indumenti da evitare. Devono essere date anche delle indicazioni comportamentali su come e quando urinare e sui cibi da assumere e su quelli da evitare, come ad esempio quelli troppo zuccherati, lieviti, alimenti eccessivamente piccanti o bevande gassate. Molto importante è anche correggere la stipsi e regolarizzare l’alvo, con metodiche alimentari e con prodotti naturali fitoterapici, che devono essere assunti ciclicamente per periodi non inferiori ai due mesi